giovedì 29 maggio 2014


VAGONE FERROVIARIO


"I detenuti chiamano un tale carro vagone di Stolypin, o semplicemente stolypin.
Via via che il trasporto su rotaie era introdotto nel nostro paese, mutava aspetto anche il trasferimento dei detenuti. Fino agli anni Novanta del secolo XIX i prigionieri diretti in Siberia camminavano a piedi o erano trasportati dai cavalli.
[...] Uno stolypin è un comune vagone a nove scompartimenti, di cui cinque sono riservati ai detenuti (anche qui, come ovunque nell'Arcipelago, una metà è destinata al servizio) e separati dal corridoio non da un tramezzo ma da una grata che rende visibile lo scompartimento.
La grata e fatta di barre oblique intrecciate, come ve ne sono nei giardinetti dell stazioni.
Occupa tutta l'altezza del vagone fino alla sua sommità, per cui manca il ripostiglio per il bagagliaio.
I finestrini dalla parte del corridoio sono comuni, ma con le solite grate all'esterno.
Nello scompartimento stesso non vi sono finestrini, ma soltanto un piccolo foro, anch'esso chiuso con un rete, all'altezza del secondo ripiano [...].
L'insieme visto dal corridoio ricorda molto un giardino zoologico: dietro alle sbarre, per terra e sui ripiani, certi miseri esseri rattrappiti, somiglianti a esseri umani, vi guarderanno supplichevolmente, chiedono da bere e da mangiare."




pagine 491-492, primo capitolo (" Le navi dell'Arcipelago") della seconda parte ("Moto perpetuo").


Uno stolypin.

lunedì 26 maggio 2014



CELLULARE



"I primi cellulari apparvero sulle nostre strade, ancora pavimentate con ciottoli, insieme ai primi autocarri.
Erano mal molleggiati, scotevano parecchio, ma anche i detenuti no erano più di vetro.
In compenso già nel 1927 l'ermeticità era perfetta: non una fessura, non una lampadina elettrica dentro, impossibile respirare o vedere.
Già allora i cellulari si riempivano fino al limite con uomini in piedi.
Non che fosse stato pensato apposta, mancavano le ruote.
[...] All'interno il cellulare può essere una semplice cabina corazzata, vuota.
Può anche avere delle panche lungo le pareti. non è affatto più comodo, anzi: vi spingono tanta gente quanta ne entra stando ritta, come bagaglio, cassa su cassa.
A volte ha un box nella parte posteriore, un armadietto d'acciaio, per uno solo.
possono anche essere interamente a box: armadietti da una persona a sinistra e a destra, si chiudono come celle, il corridoietto e per il secondino."


pagina 525, primo capitolo ("Le navi dell'Arcipelago") della seconda parte ("Moto perpetuo").


NON è un cellulare sovietico però è utile per dare un'idea

mercoledì 21 maggio 2014



MITRAGLIATRICE


"In tutto il cortile era già stato predisposto un accerchiamento di mitraglieri a guardia del sentiero che ci fu indicato, intorno alla legnaia.
[...] Dietro alla rimessa c'era un piccolo recinto quadrato con della neve pasticciata, non ancora sciolta, tutta lordata da mucchietti di feci umane, così fitti e disordinati che non era facile trovare dove posare i piedi e accovacciarsi.
Ci riuscimmo tuttavia e ci accosciamo tutti e cinque.
Due mitraglieri cupi presero posizione davanti a noi con i mitra spiantati e non era passato un minuto che il capo urlava: <<Avanti, fate presto! Qui da noi si caca alla svelta! >> ."

pagina 39, primo capitolo ("L'arresto") della prima parte ("L'industria carceraria").



mitragliatrice sovietica inizio anni 40


lunedì 19 maggio 2014


LUCE ARTIFICIALE


"13. Mezzo luminoso.
Fortissima luce elettrica, ventiquattr'ore su ventiquattro; nella cella o nel box dove si tiene l'imputato, una lampadina sproporzionatamente forte per un ambiente piccolo con pareti bianche (l'elettricità economizzata dagli scolari e dalle massaie!).
Le palpebre s'infiammano, è molto doloroso.
nell'ufficio del giudice istruttore ti mandano di nuovo in faccia la luce dei proiettori."


pagina 123, terzo capitolo ("L'istruttoria") della prima parte ("L'industria carceraria").










Nell'elenco delle varie torture la tredicesima consiste nel mezzo luminoso.
Questa tortura consisteva nel privare il sonno  ad un detenuto fino a farlo  sfinire mentalmente e fisicamente.

martedì 13 maggio 2014


RADIO\ONDE RADIO



"Le frazioni decidono di protestare, si chiedono volontari fra socialisti rivoluzionari e anarchici: uscire a passeggio proprio dopo le sei di sera nel giorno in cui è stato annunziato il divieto.
Al capo dell'eremo di Sabba, Nogetev, prudono le mani a tal punto che ancor prima della sei (o forse non c'era uniformità fra gli orologi? non c'era modo, allora, di controllarli via radio) la scorta armata entra nella zona e apre il fuoco su chi passeggia legittimamente.
Tre raffiche.
Sei morti, tre feriti gravi."




pagina 465, dodicesimo capitolo ("Tjurzak") della prima parte ("L'industria carceraria").



Vecchia radio sovietica



Questa parte del libro dimostra che le comunicazioni via radio erano ben conosciute in U.R.S.S. negli anni trenta(il brano descrive le condizioni dei prigionieri negli anni trenta).
L'azione di intercettare massaggi via radio verrà molto applicata negli anni della guerra fredda quando fra U.R.S.S. e U.S.A.  si usava la tecnica dello spionaggio per conoscere i segreti militari del nemico.